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Allattamento al seno: consigli per vivere il percorso in maniera serena




L’allattamento al seno è un percorso che, per molte neomamme, è all’insegna della serenità e della soddisfazione. Nel momento in cui si decide di intraprenderlo o si ha la possibilità di farlo, è necessario informarsi sui principali consigli per vivere in maniera serena il viaggio.

La giusta atmosfera

Per vivere in maniera piena e serena il viaggio dell’allattamento al seno, è fondamentale nutrire il proprio piccolo, a meno che non ci siano richieste esplicite in luoghi particolari, in contesti caratterizzati da un’atmosfera serena. In questo modo, è possibile favorire quei meccanismi ormonali che permettono non solo di apprezzare il concretizzarsi della lattazione, ma anche di cementare il cosiddetto bonding, il legame tra madre e figlio.

Non ci sono indicazioni scritte sulla pietra per quanto riguarda le caratteristiche che dovrebbe avere il luogo in cui si allatta. Tutto, infatti, dipende da cosa fa stare bene la diade mamma – bambino. Anche il comfort fisico è fondamentale. Raggiungerlo consente, per esempio, di provare posizioni molto comode, come per esempio quella a rugby, ideale per i primissimi giorni di vita del piccolo.

Non è un caso che, fin dalla gravidanza, si consiglino alla mamma degli ausili ad hoc, come per esempio il cuscino (il cuscino allattamento Picci, tra le varie opzioni disponibili in commercio, è uno dei più apprezzati per via della sua ergonomia e della possibilità di scegliere tra numerose fantasie).

Il dolore al seno non è normale

Le neomamma che vogliono vivere in maniera serena il percorso dell’allattamento al seno, devono essere consapevoli del fatto che, anche nei primissimi tempi, il dolore al seno non è normale. Nel momento in cui persiste, è il caso di indagare. Alla base, quasi sempre, c’è un quadro all’insegna delle ragadi.

Cosa sono? Le ragadi ai capezzoli sono delle vere e proprie ferite, provocate da un attacco non corretto del piccolo. Per guarire bisogna innanzitutto lasciarle respirare e ricorrere eventualmente ad oli naturali ad hoc.

Senza smettere di allattare il proprio piccolo, è poi opportuno rivolgersi a una figura qualificata, come per esempio l’osteopata. Questo professionista sanitario è in grado, attraverso manipolazioni mirate, di risolvere contratture alla mandibola che, di frequente, impediscono un attacco corretto del piccolo.

Alla base della loro insorgenza ci sono evenienze come i parti difficili, caratterizzati dall’utilizzo della ventosa, o posizionamenti poco corretti del bambino in utero.

L’utilizzo del tiralatte

Il tiralatte deve essere utilizzato con buonsenso. Non bisogna abusarne in quanto, quando si fa ricorso a questo strumento, è come se si mandasse, al seno, un messaggio che vede in primo piano l’aumento della produzione di latte. Il rischio, se si esagera, è quello di andare incontro a ingorghi.

Impara la spremitura del seno

La spremitura del seno è molto semplice da eseguire e permette, soprattutto all’inizio, di far affiorare il colostro e di favorire un attacco corretto del cucciolo al seno. Come effettuarla? Si inizia mettendo la mano a C, avendo cura che il pollice e il medio siano a pochi centimetri dal capezzolo. Si solleva il seno e si fanno scivolare le sopra citate dita, togliendo la pressione dopo qualche secondo. Attenzione: le dita non devono scivolare sulla pelle.

Il tempo desiderato

Quando si allatta al seno, bisogna lasciare da parte qualsiasi raccomandazione diversa da quella dell’OMS, che suggerisce di portare avanti questa tipologia di nutrizione per i primi sei mesi di vita in maniera esclusiva. Una volta passati i sei mesi, è naturale che il ritmo e la frequenza delle poppate cambi (il bambino ha introdotto l’alimentazione complementare). Se possibile, è il caso di mantenere il latte come alimento principale almeno fino a un anno. In generale, bisognerebbe proseguire fino a quando sia la mamma sia il piccolo lo desiderano.

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